Il significato del termine integrazione in questa tecnica, è da intendersi come manifestazione unitaria di struttura e atteggiamento, raggiungibile attraverso un processo esperienziale graduale, che comprende sia la ristrutturazione delle percezioni delle connessioni di muscoli e tessuti (trattando il “network” fisiologico “connettivale”) sia l’esperienza (guidata) della connessione straordinaria di questo “livello” con i “piani” energetici, psicologici e spirituali.
L’Integrazione Posturale è una forma di lavoro sul “corpo mente”: con modalità specifiche di massaggio sulle fasce muscolari superficiali, intermedie e profonde riorganizza gradualmente il complesso sistema psicosomatico, utilizzando la “respirazione energetica” e il dialogo tra le parti.L’ausilio della “respirazione energetica” dà forza e crea, passo dopo passo, le condizioni ottimali per il lavoro di affrontare i limiti imposti dalla rigidità (blocchi), mentre il dialogo (di natura gestaltica) delle parti del corpo-mente fornisce
strumenti relazionali per sostenere l’emersione del conflitto, l’azione liberatoria e l’armonizzazione. Queste ultime caratteristiche del lavoro danno al massaggio una dimensione biodrammatica (e quindi più vicina alla realtà della natura del corpo mente) e aumentano le opportunità per sostenere il rilascio della tensione e la sua integrazione.
Nell’arco di 7 fasi (15 o 20 sedute) I segmenti del corpo tenderanno naturalmente ad allentarsi e ad allinearsi grazie alla reintegrazione dell’energia liberata dalle rigidità della testa, del tronco e delle pelvi. Questo garantisce nel presente più spazio e sostegno per il profondo desiderio soggettivo di radicarsi alla propria natura energetica, affettiva e spirituale, in relazione con l’ambiente e gli altri. Gli strumenti utilizzati sono dunque il massaggio, il contatto, il respiro, il movimento e il dialogo.
La loro azione adeguatamente combinata, forte o delicata, permette quindi consapevolezza, liberazione ed integrazione di componenti fisiche e psichiche altrimenti ‘tagliate fuori” dalla coscienza o bloccate. Questa esperienza integrata consentirà al corpo-mente di scoprire progressivamente la sua naturale unità, non solo nella tensione e nella frustrazione ma anche nel flusso libero della sua energia.
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L’INTEGRAZIONE POSTURALE
Una via per ristabilire il flusso energetico della nostra vita
L’energia del corpo è nello stesso tempo (e spazio): “ciò che siamo e il nostro ambiente circoscritto”, non c’è separazione tra il nostro essere ambiente interno il nostro essere ambiente esterno (solo distinzione tra strati profondi e strati superficiali, “armatura” e “nucleo”), come il “proprio interno e proprio esterno” non sono separati dall’ambiente fuori di me, (coppia, sociale, ecosistema), ma in continua e dinamica interazione. C’è distinzione, non separazione.
Nello stesso tempo per essere ciò che siamo nella condizione di esseri umani, abbiamo parametri percettivi per interpretare i ruoli individuali e sociali, la consapevolezza (è come un isola dei nostri processi razionali umani ) ci permette di percepirci separati sia da altre parti noi e che dagli altri e dal mondo. Il corpo attraverso le sue funzioni involontarie è in grado di modificare la capacità percettive di se’ e del mondo per appagarsi e gioire delle condizioni favorevoli così come per difendersi da condizioni esterne “disumane”, lo fa, rifondando le capacità percettive. Il corpo è in grado di organizzare l’energia e di riorganizzarla modificando la percezione di se e della realtà.
Esempio: se percepiamo qualcosa di negativo i nostri “guardiani” negli organi di senso intervengono e se possibile c’è l’ allontanamento (attraverso la forza o e l’agilità muscolare) dalla fonte di pericolo o di disagio, ma se non c’è possibilità di farlo allora c’è un abbassamento della soglia di percezione (ascolto, visione, nutrimento, respiro, movimento) o una attivazione per lottare se abbiamo al momento abbastanza forza, resistere per impedire il più possibile che la minaccia o il pericolo esterno e la paura che viene suscitata ci danneggi profondamente.
Questa capacità (non della nostra parte cosciente ma “vari livelli di autoregolazione” naturali di sopravvivenza) ci danno un potere di limitare i danni e rinforzano e mantengono attive le nostre risorse estreme, che possiamo con il tempo percepire (facendoci il callo ) come normali. Siamo costretti se non cambiano le condizioni di difficoltà a prendere dimestichezza con modalità spinte e naturalmente impariamo a sfruttarle al meglio (facciamo di necessità virtù).
Facciamo leva e sfruttiamo al massimo, lo stare fuori, le spigolosità, la durezza, o la remissività del nostro corpo mente. L’aggressività del nostro corpo ci da sicurezza e cerchiamo di mantenerla efficiente, o la gentilezza che ci ha risparmiato guai, viene curata particolarmente e ostentata per ottenere ciò che vogliamo. Anche le nostre relazioni sessuali posso basarsi su queste propensioni e assomigliare molto agli stereotipi conosciuti.
Macho – Latin lover – Sensualona – Mascolina – Misti
Di fatto ciò diventa anche una forte speculazione energetica anche su se stessi, sugli altri e sull’ambiente, un stress per l’abuso delle attitudini considerate vincenti e una impotenza riguardo l’impossibilità di poter utilizzare, energie di parti di se escluse. Se ho inibito la mia normale paura, per sentirmi più forte per rivendicare il mio spazio nel gruppo, tutto ciò che ha che fare con la mia paura è considerato perdente. Questo che sembrerebbe un concetto psicologico è nel concreto corporeo ed energetico. ES c’è una parte forte e volenterosa del mio corpo e parti molto dolenti che mi tormentano. Conseguentemente mi sento gratificato dai miei atteggiamenti e avere consenso degli altri, mentre contemporaneamente non trovo rimedio per miei dolori articolari.
Essendo un cambiamento di percezione della realtà del corpo (maggiore durezza muscolare o più morbidezza dei tessuti) la nostra visione di noi stessi e del mondo può tagliare gravemente (nella sua esasperazione) i ponti con la complessità della realtà e i motori, i trasformatori, i conduttori energetici del corpo, che animano l’esistenza, l’ispirazione e l’azione, non possono più rimandarci le esigenze vere e le vere propensioni, come quelle di tornare da una situazione di pericolo a una normalizzazione (pensiamo che sia la parte volontarie attraverso la volontà cosciente di noi che promuove questo, ma non è proprio cosi).
L’esterno duro di un tessuto parla all’interno comunicando un pericolo, l’interno riceve il messaggio e non si rilassa. Pensiamo a una rigidità diffusa e possiamo capire come sia difficile abbandonarci e riposare profondamente.
Se il disagio, lo stress, il trauma ha superato una certa soglia di intensità e di tempo, il normale equilibrio tra contrazione e decontrazione, subisce uno stop e la contrazione e/o la lassità si cronicizzano. L’esempio riguarda la muscolatura volontaria, ma anche ogni elemento fisiologico del corpo che basa la sua naturale vitalità nell’alternare espansioni a contrazioni è influenzato. L’insieme delle contrazioni croniche non rispondono più come vorrebbe il nostro corpo mente, alle nostre esigenze affettive e espressive.
Tutte le nostre parti, volontarie, istintiva, intuitive, perdono efficienza e capacità di interagire per il mutato cambiamento di equilibrio di carica nutriente e scarica delle tossine in tutti i nostri tessuti. C’è quindi, non una separazione corpo mente ma una impotenza di fondo a caricarsi e scaricarsi, naturalmente, questo comporta un aggiustamento compensato altre parti del corpo lavoreranno di più e a livello conscio si ovvierà con lo sforzo di volontà di mantenere l’efficienza perduta.
Noi percepiremo questo e saremo convinti che il problema è lo scollamento tra corpo e mente, la realtà, quella non percepita è diversa, il contrasto è nel corpo, ciò che si è bloccato è nello stesso tempo un movimento una espressione, e ciò è (strano ma vero) nello stesso tempo blocco di sentimenti e emozioni, la parte cosciente da sola è impotente, anche lei è coinvolta dal contrasto, “vorrei fare ma però …” e cerca soluzioni fuori di se, se l’energia non riprende il flusso naturale, la mente continuerà a creare surrogati contrastanti. Il contrasto nella parte cosciente è solo il riflesso di contrasti più profondi nel corpo.
Più ci percepiamo parti del nostro corpo separate da altre , più perdiamo il senso del creativo e del solidale e l’empatia diminuisce o diventa sclerotica, se perdiamo il senso di unità e comunicazioni fra parti di noi stessi (destra sinistra alto basso, interno esterno, cuore pelvi, ecc.) non possiamo averlo facilmente con l’esterno.
Se siamo cosiddette “brave persone” dobbiamo ulteriormente sforzarci per rispondere alla esigenza ideologica o culturale di essere solidali e creativi. Se “non siamo brave persone” viviamo lo stress nella paura di essere scoperti e ci sentiamo minacciati dal mondo e siamo obbligati a costruire sotterfugi in continuazione.
L’integrazione posturale attraverso il massaggio comunica direttamente con il tessuto connettivale riaprendo connessioni e arricchendo la consapevolezza , nel suo svilupparsi rispettoso e mirato risolleva coperchi che contengono paure anacronistiche, sulle quali però abbiamo eretto atteggiamenti di difesa o di attacco, non basta l’allentamento occorre cominciare a dialogare con la difesa convincerla utilizzando i sensi (attraverso loro si è costruita) la percezione delle sensazioni tattile, il gusto del respiro (o il disgusto), mostrando con il contatto adeguato dosato e sicuro la possibilità di rilasciare, il dolore e piacere, l’aggressività e la dolcezza. L’obiettivo è la possibilità di uscire dalla tremenda necessità di avere perennemente attivata l’attenzione e il controllo e/o permettere a parti più addormentate di risvegliarsi.
Mano a mano si incontreranno parti di noi che non hanno espresso la loro forza perché impegnate a trattenere espressioni considerate inadatte o pericolose, rinunciando forzatamente ad una espressione piena e al rilassamento. Il benessere che si libera e si integra nella vita quotidiana, deriva naturalmente dal loro riprendere funzionalità integrate ad altre parti. Un vero e proprio riscatto dal quale ottenere la fiducia e la sicurezza per sperimentare progressivamente liberazioni più profonde.
Nel processo di integrazione posturale la comunicazione verbale sostiene la possibilità che il massaggio, (la pressione, l’esercizio, il respiro) siano focalizzate sul connettere il corpo alla sensazione, e nel dare il tempo alla muscolatura di sciogliersi insieme alle emozioni eventualmente trattenute, non c’è una interpretazione o un giudizio su ciò che il massaggio e l’interazione muovono, solo un indicare al corpo che ciò che trattiene e ciò che vuole rilasciarsi, sono aspetti della stessa cosa.
Non c’è fretta, c’è tutto il tempo per accettare e soddisfare le ragioni di una e dell’altra parte. Questa è una parte importante del lavoro, ma con l’integrazione posturale abbiamo ulteriori possibilità, tutta l’energia mobilizzata (che si libera con il massaggio) e che corrisponde alla “spigolosità”, “durezza” (in funzione di antiche difese) ha bisogno di incanalarsi e esplorare nuovi sbocchi, nel lavoro c’è enfasi a questo riguardo, e cerchiamo di dosare e indirizzare la forza in modo da arrivare a sentire il piacere di scarica. È inevitabile che poi si venga in contatto con un flusso di energia che può andare in senso opposto, cioè verso se per viverlo come un piacere di carica.
Cio che muoviamo allentando è forza e dolcezza, che vibrante si muove dall’interno all’esterno e viceversa, in questo modo sentiamo di poterci liberamente aprire al mondo o chiuderci o lottare se ne abbiamo voglia e necessità. Se desideriamo percepirci più interi non possiamo considerare che tutto ciò sia già come possibilità, solo nel corpo.